La pasta con i galletti (o finferli) e panna è una ricetta che mi ricorda la mia infanzia. A Cucinarla, dopo le meravigliose escursioni in cerca di funghi sui colli messinesi, era la mia zia, la moglie del fratello di mia madre. Io e mia cugina Olga, la figlia minore, quando ne trovavamo, non esitavamo a chiedere questo primo piatto delizioso.
Zia Antonella ci accontentava sempre. I galletti, gallinacci, o Cantharellus cibarius, come ci teneva a definirlo zio Lelio, il marito, erano destinati alla pasta con la panna. Il mio condimento preferito dopo le mattine domenicali alla ricerca di funghi.
Galletti al mercato di Arezzo: irresistibili
Lo scorso sabato sono stata al mercato. Era il mio primo sabato ad Arezzo, da quando mi sono trasferita. È stata una capatina veloce, giusto per acquistare frutta e verdura da utilizzare durante la settimana. Tra i banchi scorgo alcune cassette di legno con dentro funghi freschi. Porcini e galletti. I primi, in qualche modo si trovano, i secondi, invece, non li mangiavo da molto tempo. Quando sono apparsi alla mia vista non ho potuto che acquistarli.
Neanche a dirlo, appena tornata a casa, mi sono cimentata nell’operazione di pulitura dei funghi. Era deciso. La pasta con panna e galletti sarebbe stata il mio primo piatto della domenica.
Ingredienti per la pasta con finferli e panna
La ricetta di oggi, come sempre è velocissima. Gli ingredienti che ti occorrono, per due persone, sono:
- 70 g di funghi galletti freschi o Cantharellus cibarius
- 50 gr di panna da cucina (non tutta la confezione eh!)
- 30 gr di Parmigiano o Grana
- 20 gr di scalogno (zia Antonella non raccomanda altro che di essere morigerati, per non coprire il sapore dei funghi)
- Un filo d’olio extravergine d’oliva
- Un pizzico di sale
- Una spolverata di pepe
- Qualche fogliolina di santoreggia
- Una manciata di pistacchio per decorare il piatto
Se non dovessi avere la santoreggia, una pianta aromatica ottima per aggiungere profumo a zuppe e primi piatti, puoi anche farne a meno. Otterrai comunque un tripudio di sapori irresistibile.
Preparazione delle caserecce con gallinacci e panna
Come formato di pasta ho scelto delle caserecce, un tipo di pasta perfetta per raccogliere i sughi è che secondo me si sposa molto bene con la ricetta che sto per raccontarti.
La prima cosa che ti consiglio di fare è mettere una pentola sul fuoco, con acqua sufficiente per cuocere la pasta per il numero di persone che hai a tavola. Per me e Giovanni è sufficiente circa 1 l d’acqua.
Nell’attesa dell’ebollizione non vorrai mica stare con le mani in mano. Il tempo di ebollizione e cottura delle caserecce sarà più che sufficiente per preparare il condimento.
Inizia la preparazione pulendo i funghi. Elimina la radice e sciacqua bene sotto acqua corrente. Ti servirà per eliminare i residui di terra che normalmente i funghi raccolti hanno. Procedi un fungo alla volta, in modo da non lasciare residui di humus. Una volta sciacquati, taglia i gallinacci in pezzetti piuttosto piccoli, e metti da parte.
In un pentolino versa un filo d’olio evo. Scalda a fiamma bassa e aggiungi i 20 gr di scalogno, tagliato sottile. Cuoci finché non imbiondisce.
Fai rosolare bene, senza bruciare. Subito dopo unisci i gallinacci (Cantharellus cibarius) tagliati a pezzetti. Spolvera con del sale e cuoci per un paio di minuti.
La pentola a cui è destinata la pasta è in ebollizione? Una manciata di sale e puoi versare le caserecce, o il formato che hai scelto per questa ricetta.
Appena i funghi sono cotti, bastano 4 minuti circa, vedrai che avranno rilasciato in pentola la loro umidità.
Aggiungi la panna, il Parmigiano o il Grana (in base ai tuoi gusti), qualche fogliolina di santoreggia e mescola il tutto. Fai cuocere ancora finché anche la pasta è cotta.
Assaggia il sugo che hai preparato e, se dovesse essere poco saporita, aggiungi ancora un pizzico di sale. Di sicuro servirà una spruzzata di pepe.
Assaggia la pasta. Quando sarà al dente elimina l’acqua di cottura e rimettila nella pentola in cui l’hai cotta. Unisci la salsa che hai creato. Amalgama il tutto mescolando dal basso verso l’alto, in modo da far prendere aria alla pasta. Cerca di non svenire per il profumo, mi raccomando.
E per finire… pistacchio di Bronte!
Serve ancora un piccolo accorgimento. Almeno dal mio punto di vista. Il piatto va bene così, ma se vuoi aggiungere un tocco di croccantezza, sbriciola una manciata di pistacchio (meglio se di Bronte).
Suggerimento veloce → Per farlo ti basta un tovagliolo di carta e un bicchiere di vetro. Riponi il pistacchio all’interno del tovagliolo, piega un’estremità, per proteggere la frutta secca e schiaccialo con l’aiuto di un bicchiere di vetro. Otterrai una granella grossolana, come quella con cui ho guarnito il mio primo veloce di oggi.
Giovanni ha apprezzato moltissimo, io, nenche a dirlo, ero in brodo di giuggiole, e per l’occasione, la ricetta mi è stata sempre suggerita dalla mia cara zia, che ho risentito con estremo piacere.
E tu, hai mai provato questa leccornia. Se vorrai cimentarti tra ingredienti e preparazione, non esitare a condividere le tue considerazioni. Hai suggerimenti, consigli o accorgimenti che vuoi darmi? Scrivili nei commenti. Ti aspetto.





